omaggio di parole

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Ph. © Cristina Rizzi Guelfi 

*

per quanto la valigia sia solo un’idea di    contenuti possibili
     noi  coltiviamo un’intimità  irrisolta che  non trattiene    senso
e   la forma ha   disconosciuto   gli oggetti    
       in  incapacità di      composizione

l’esistere è  abbandonato all’idea di    spazio  che
     non dialoga    perché nessuno   patteggia con     il vuoto
che pure   spadroneggia lasciando   lo sguardo
   isolato   sull’abisso     del movimento

tu decidi di non    attraversare    questo luogo
       che pure    ci trattiene
io sostengo  l’impronta del   mio corpo
     che non molla    l’idea   del possibile

seppure la luce  insiste ad    esercitare presenza
  la sua   ingenuità  non   ci    confonde
e non ristrutturiamo    e non demoliamo   questa intimità
che deteriora  senza   distrazione

© sofia demetrula rosati

testo pubblicato in
http://wordsocialforum.com/2015/04/22/giovani-prospettive-omaggio-di-parole-a-cristina-rizzi-guelfi/

certo che fa male

karin boye
Certo che fa male
di Karin Boye (Göteborg, 26 ottobre 1900 – 24 aprile 1941
)

Certo che fa male quando i boccioli si rompono
Perché dovrebbe altrimenti esitare la primavera?
Perché tutta la nostra bruciante nostalgia
dovrebbe rimanere avvinta nel pallore gelato e amaro?
L’involucro fu il bocciolo, tutto l’inverno.
Cosa c’è di nuovo che consuma e dirompe?
Certo che fa male, quando i boccioli si rompono,
male a ciò che cresce
                                         e a ciò che racchiude.

Certo che è difficile quando le gocce cadono.
Tremano d’inquietudine, pesanti, stanno sospese,
si aggrappano al ramoscello, si gonfiano, scivolano –
il peso le trascina giù, come provano ad arrampicarsi.
Difficile essere incerti, timorosi e divisi,
difficile sentire il profondo che attrae e richiama,
eppure rimane ancora a tremare soltanto –
difficile voler stare
                                      e voler cadere.

Allora, quando infine più niente aiuta
si rompono come esultando i boccioli dell’albero,
allora, quando non le trattiene più alcun timore,
cadono scintillando le gocce del ramoscello,
dimenticano che furono impaurite dal nuovo,
dimenticano che furono in apprensione per il viaggio –
conoscono per un secondo la grande serenità,
riposano in quella fiducia
                                        che crea il mondo.

Karin_Boye_-_En_målares_önskanTraduzione di Daniela Mareschi