se attendo l’idea di esistere non commetto errore lo sguardo non rivolgo ed è tutto spento il corpo fluttua e la forma si disperde galassia in espansione quasi potrei sorridere a quest’idea che non mi serve
Tre membri della redazione di #Anterem e del #PremioLorenzoMontano #RanieriTeti, #LauraCaccia, #Silvia Comoglio raccontano alla Diaria le origini, le nuove pubblicazioni e la maturazione di un orientamento volto a una sempre maggiore attenzione alla #poesia scritta da donne.
La redazione di Anterem parla con Diaria/o
Puntata numero 2 Diaria/o podcast stagione 2. Ogni primo del mese
Questa seconda puntata della Diaria è dedicata alla rivista Anterem e alla storia del premio Lorenzo Montanoche affonda le sue radici nel passato ma che oggi, trasformata senza snaturarsi, costituisce una realtà vitalissima e necessaria nel panorama della poesia italiana contemporanea. Tre membri della redazione attuale Ranieri Teti, Laura Caccia, Silvia Comoglio raccontano alla Diaria le origini, le nuove pubblicazioni e la maturazione di un orientamento volto a una sempre maggiore attenzione alla poesia scritta da donne. Insomma ascoltando questo episodio saprete davvero tutto di questa realtà fondata da Flavio Ermini nel 1976…
Eccoci qui ancora una volta seduti di fronte al pubblico della poesia che è seduto di fronte a noi minaccioso ci guarda e aspetta la poesia
in verità il pubblico della poesia non è minaccioso forse non è neanche tutto seduto forse c’è anche qualcuno in piedi perché sono venuti così entusiasti e numerosi
o forse ci sono un po’ di sedie vuote ma quelli che sono venuti sono i migliori hanno fatto questo grande sforzo proprio per noi perchè poi mai dovrebbero minacciarci
il pubblico della poesia non minaccia proprio nessuno è invece mite generoso attento prudente interessato devoto ingordo imaginifico un po’ inibito
pieno di buone intenzioni di falsi problemi di cattive abitudini di pessime frequentazioni di mamme aggressive di desideri irrealizzabili di dubbie letture e di slanci profondi
non è assolutamente cretino non è sordo indifferente malvagio non è insensibile prevenuto senza scrupoli non è vile opportunista pronto a vendersi al primo venuto
non è un pubblico tranquillo benpensante credulone senza troppe pretese che se ne lava le mani e giudica frettolosamente
è invece un pubblico che persegue degusta apprezza lento da scaldare ma che poi rende come direbbe Pimenta e soprattutto è un pubblico che ama
il pubblico della poesia è infinito vario inafferrabile come le onde dell’oceano profondo il pubblico della poesia è bello aitante avido temerario guarda davanti a se impavido e intransigente
mi vede qui che gli leggo questa roba e la prende per poesia perché questo è il nostro patto segreto e la cosa ci sta bene a tutti e due
come sempre io non ho niente da dirgli come sempre il pubblico della poesia lo sa benissimo ma se lo dice tra sè e sè e non a alta voce non solo perché è cortese volonteroso bendisposto
e in fondo anche cauto ottimista trattabile ma sopratutto perché ama ama di un amore profondo sincero irresistibile di un amore tenace esclusivo lacerante
chi ama il pubblico della poesia fingete di chiedere anche se lo sapete benissimo ma state al gioco perché siete svegli e simpatici
il pubblico della poesia non ama mica me questo lo sanno tutti lui ama qualcun altro di cui io non sono che uno dei tanti valletti diciamo messaggeri se proprio vogliamo farci belli
il pubblico della poesia ama lei lei e solo lei e sempre lei
lei che è sempre così imprevedibile lei che è sempre così impraticabile lei che è sempre così imprendibile lei che è sempre così implacabile
lei che attraversa sempre col rosso lei che è contro l’ordine delle cose lei che è sempre in ritardo lei che non prende mai niente sul serio
lei che fa chiasso tutta la notte lei che non rispetta mai niente lei che litiga spesso e volentieri lei che è sempre senza soldi
lei che parla quando bisogna tacere e tace quando bisogna parlare lei che fa tutto quello che non bisogna fare e non fa tutto quello che bisogna fare
lei che si trova sempre così simpatica lei che ama il casino per il casino lei che si arrampica sugli specchi lei che adora la fuga in avanti
lei che ha un nome finto lei che è dolce come una ciambella e feroce come un labirinto lei che è la cosa più bella che ci sia
il pubblico della poesia ama lei chi bravi lei la poesia e come potrebbe il pubblico della poesia non amarla
perché ama la poesia vi chiederete forse perché la poesia fa bene cambia il mondo diverte
salva l’anima mette in forma illumina rilassa apre orizzonti
chissà ognuno di voi ha certamente i suoi buoni motivi se no non sarebbe qua ma meglio non essere troppo curiosi dei fatti degli altri se si vuole evitare che gli altri ficchino il naso nei nostri
sia dunque lode al pubblico della poesia lode al suo giusto nobile grande amore per la poesia nel cui riflesso noi pallidi e umili messaggeri viviamo grati e benedicenti
SEGRETISSIMO DA NON RIVELARE ASSOLUTAMENTE MAI AL PUBBLICO DELLA POESIA
il pubblico della poesia ama la poesia perché vuole essere amato vuole essere amato perché si ama profondamente e vuole essere rassicurato del suo profondo amore per se stesso
per sua fortuna il pubblico della poesia crede solo di ascoltare la poesia perché se la ascoltasse veramente capirebbe la disperata impossibilità e inutilità del suo amore
e si prenderebbe a schiaffi dalla mattina alla sera brucerebbe tutti i libri sulle piazze si butterebbe in un canale o finirebbe i suoi tristi giorni in un convento
CONCLUSIONE LA POESIA FA MALE MA PER NOSTRA FORTUNA NESSUNO CI VORRÀ CREDERE MAI
Come sempre occorre affidarsi al passare del tempo affinché le direzioni e le movenze di un pensiero s’appalesino in maniera sempre più definita e riconoscibile: non c’è stato mai dubbio che il pensiero di Luce Irigaray, di María Zambrano e di Adriana Cavarero fosse innovativo e fecondo già dal suo primissimo manifestarsi, ma credo sia anche necessario studiare come e quando quel pensiero generi altro pensiero, altra scrittura, altre riflessioni – ebbene, a leggere La dimora del ritorno. sull’evanescenza del divino femminile di Sofia Demetrula Rosati (Anterem Edizioni / Cierre Grafica, Verona 2021 con la prefazione di Giuseppe Martella) si attraversa un libro ch’è splendido e degno frutto del pensiero delle tre filosofe richiamate in tre esergo collocati in tre luoghi importanti dell’opera, ma potrei aggiungere altri grandi nomi protagonisti di quella vera e propria rivoluzione del pensiero e della percezione che viene definito “pensiero della differenza femminile” (e non…
una foto per ricordare chi c’è dietro a un libro. la nostra storia, le nostre origini. i ricordi, quelli a doppia lama tagliente. ogni tanto vale la pena rompere il muro della propria reticenza a dire e compiere il gesto del dedicare: la dimora del ritorno è il ‘partorito e il demolito’.