giunto casualmente
1 marzo 2016 § Lascia un commento
Utagawa Hiroshige
Giunto casualmente
in questo villaggio tra i monti,
insopportabile anche solo a vedersi,
penso a chi vive
sempre nel tedio
Kamo no Chōmei 鴨長明
(Kyoto 1155 – Toyama 1216)
l’ultima luce
26 febbraio 2016 § Lascia un commento
Gabriel Isak Photography
Lì dove mi immersi per trovarti
si è perso l’essere
e ammutolisce il profeta del mio cuore.
Sei in una forma assoluta
irraggiungibile anche alla vita stessa,
sei una macchia bianca
poca acqua torbida.
Desidero erodere
la mia ultima luce
là dove nulla
ferma lo sguardo:
neppure una rondine voglio all’orizzonte
nessun miraggio.
Sarà morto il mio cuore
e ancora vivrò
aspirerò, nella natura,
e ti chiamerò estate
senza più memoria
ti chiamerò fiore, finché
il mito farà scorrere
dietro di me la tenda:
di fronte al muro bianco
tutto compiuto e candito
e io uno scarafaggio calpestato.
Inverno ’75 – Primavera ‘76
Poesie tratte dalla raccolta
Le carte sparse di Penelope di Katerina Angelaki-Rooke
traduzione di Sofia Demetrula Rosati
pubblicate sul n. 201 di Poesia (Crocetti editore)
la vita è ricca di amorosi incanti
10 agosto 2015 § 2 commenti
La vita è ricca di amorosi incanti,
di splendide visioni luminose –
onde azzurre spumose alle scogliere,
garruli fuochi in lingue scintillanti,
volti di bimbi in estasi sognanti
come coppe imbevute di chimere.
La vita vende gli amorosi incanti,
nella pioggia il pineto profumato –
c’è la musica, un alto arco dorato,
caldi abbracci, devoti sguardi amanti,
delizie dello spirito incorrotte,
visioni come stelle nella notte.
Spendi tutto per doni come questi,
senza pensare al conto della spesa.
Un’ora in pace candida, sicura,
vale di mesi ed anni amara attesa:
per un respiro di estasi pura
da’ quel che fosti, o ch’essere potresti.
Sara Teasdale
(St. Louis, 8 agosto 1884 – 29 gennaio 1933)
omaggio di parole
10 luglio 2015 § 4 commenti
alla mia povera fragilità
6 giugno 2015 § Lascia un commento
Alla mia povera fragilità
tu guardi senza dire una parola.
Tu sei marmo, ma io canto,
tu – statua, ma io – volo.
So bene che una dolce primavera
agli occhi dell’Eterno – è un niente.
Ma sono un uccello, non te la prendere
se è leggera la legge che mi governa.