Primavera
Stasera nel giardino mi parla una malinconia
nuova. Un mandorlo annega il suo sorriso in fiore
nella palude torbida. La memoria di gioventù
scuote l’acacia inferma in modo così triste…
S’è risvegliato un freddo soffio nella serra in frantumi
dove le rose sono morte e ogni vaso è un sarcofago.
Il copresso, infinito come un tormento, leva
verso gli astri il suo lutto, ed è assetato d’aria.
Vanno, come un corteo funebre, nel filare
gli alti alberi del pepe, trascinando i verdi capelli.
Nella disperazione entrambe le latanie hanno alzato
le braccia. Ed è il nostro giardino giardino di malinconia.
(da Il dolore dell’uomo e delle cose, 1919)
View original post 664 altre parole