rifiuti

scendo a buttare la    spazzatura rigorosamente separata 
negli appositi contenitori per il riciclo
arrivo all’indifferenziata

lì con il suo fazzoletto in testa e   lo sguardo grigio di chi ha         disimparato a riconoscere umanità
una donna mi guarda velocemente prima di infilare il suo       lungo gancio di metallo nel cassonetto
io da un lato con lo sportello sollevato     lei dall’altro lì alla ricerca di ciò
che non può essere trovato   né in cassonetto né altrove     per una vita che
aspira a consumare     l’inconsumato di chi       ha sempre avuto più di te

io intenta a gettare ciò che    non può essere     gettato
uno spazzolino   qualche tuo indumento    dimenticato      a casa mia
l’accappatoio sul quale    abbiamo fatto l’amore     sul pavimento del bagno
con quella passione violenta di chi      sa che ti sta possedendo    per l’ultima volta
o meglio che non ti possiede  già più      da lungo tempo e cerca   
disperato nell’amplesso     frammenti di un noi che   non c’è più

io dal mio lato del cassonetto dell’indifferenziata       lei dal suo    ci guardiamo
un sorriso     imbarazzato il mio      distratto il suo
le porgo il sacchetto     potrebbe esserti utile       le dico
dandole del tu     perché lì tra la spazzatura le     convenzioni sono sconvenienti
lei annuisce e prende  con la     rapidità di chi è    abituato a sottrarre e   non a ricevere

torno a casa       sotto una lunga doccia bollente
cercando di cancellare dal mio corpo
l’odore dei rifiuti

quiete 010

© sofia demetrula rosati
 

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