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ciascuno aveva il suo dilagamento oleoso da gestire
le mura delle dighe un lavoro continuo quella la nostra umiltà e umiliazione
devota con lo sguardo interrotto che aveva smesso di capire
il contenimento l’unica urgenza la semplicità era la nostra pelle
le nostre urla sommerse il nostro forsennato dolore
un giorno in un determinato istante sincronico un’unica frana
le prospettive si sono impossessate del paesaggio circostante
non sembrava ci fossero ombre
sguazzavamo liberi nei nostri pantani oleosi e ascoltavamo accordandole
tutte le urla ora emerse una ad una
c’era molto da fare da costruire misurare squadrare
ricominciammo il nostro lavoro continuo senza umiltà e umiliazione
increduli incostanti con lo sguardo sfacciato e pretenzioso
non ho mai capito se quel determinato istante sincronico è
stato voluto o subìto
non ho mai creduto che la semplicità sia solo un orrendo vissuto
© sofia demetrula rosati