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ciascuno aveva il suo dilagamento oleoso da gestire le mura delle dighe un lavoro continuo quella la nostra umiltà e umiliazione devota con lo sguardo interrotto che aveva smesso di capire il contenimento l’unica urgenza la semplicità era la nostra pelle le nostre urla sommerse il nostro forsennato dolore un giorno in un determinato istante sincronico un’unica frana le prospettive si sono impossessate del paesaggio circostante non sembrava ci fossero ombre sguazzavamo liberi nei nostri pantani oleosi e ascoltavamo accordandole tutte le urla ora emerse una ad una c’era molto da fare da costruire misurare squadrare ricominciammo il nostro lavoro continuo senza umiltà e umiliazione increduli incostanti con lo sguardo sfacciato e pretenzioso non ho mai capito se quel determinato istante sincronico è
statovoluto o subìto non ho mai creduto che la semplicità sia solo un orrendo vissuto