sono una donna

joumana-haddad

Nessuno può immaginare
quel che dico quando me ne sto in silenzio
chi vedo quando chiudo gli occhi
come vengo sospinta quando vengo sospinta
cosa cerco quando lascio libere le mani.
Nessuno, nessuno sa
quando ho fame quando parto
quando cammino e quando mi perdo,
e nessuno sa
che per me andare è ritornare
e ritornare è indietreggiare,
che la mia debolezza è una maschera
e la mia forza è una maschera,
e che quel che seguirà è una tempesta.
Credono di sapere
e io glielo lascio credere
e avvengo.

Hanno costruito per me una gabbia affinché la mia libertà
     fosse una loro concessione
e ringraziassi e obbedissi.
Ma io sono libera prima e dopo di loro,
con loro e senza di loro
sono libera nella vittoria e nella sconfitta.
La mia prigione è la loro lingua
ma la loro lingua si avvinghia intorno alle dita del mio
     desiderio
e il mio desiderio non riusciranno mai a domare.

Sono una donna.
Credono che la mia libertà sia una loro proprietà
e io glielo lascio credere
e avvengo.


Joumana Haddad (Libano 1970)
dall’antologia di poetesse arabe contemporanee
“Non Ho peccato abbastanza” a cura di Valentina Colombo

“La ragazza Carla” di Elio Pagliarani (1927-2012) Il racconto in versi del Moderno – con un commento di Giorgio Linguaglossa

L'Ombra delle Parole Rivista Letteraria Internazionale

Milano Periferia_PortaVigentinaMilano 1952 Mario De Biasi Milano Periferia_PortaVigentinaMilano 1952 Mario De Biasi

La ragazza Carla è un poemetto scritto da Elio Pagliarani (Viserba, 25 maggio 1927–Roma, 8 marzo 2012) che secondo una vulgata critica ormai acquisita segna il passaggio dal neorealismo alla neoavanguardia.

Il poemetto viene scritto tra il settembre 1954 e l’agosto 1957. Nel 1959 appaiono alcuni frammenti sul n. 14 di “Nuova Corrente”, con il titolo Progetti per la Ragazza Carla. Sempre nel 1959, con il titolo Fondamento del diritto delle genti, compaiono sul n. 1 del “Verri” i versi416-457. La differenza fra questa edizione e quella definitiva, che uscirà nel 1960 integralmente sul n. 2 del “Menabò“, consiste solamente nel carattere grafico dei versi che cambieranno da tondi in corsivo o viceversa.

Nel 1961 il poemetto viene pubblicato nell’antologia “I Novissimi” curata da Alfredo Giuliani e nel 1962 esce per le edizioni Mondadori con l’unica variante di…

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la solitaria

teasdale5

Col passare degli anni s’è arricchito il mio cuore,
ed ho meno bisogno oggi di ieri
di vendere me stessa al primo compratore
o di dare parola ai miei pensieri.

Che ci sia un uomo o no, non cambia niente
se ho me stessa e da me so dove andare:
posso scalare il colle in una notte ardente
lo sciame delle stelle contemplare.

Pensino pure d’avere il mio amore,
ch’io li rimpiango, sola e senza scorta –
se giova al loro orgoglio, a me che importa?
Basto a me stessa, come pietra o fiore.

Sara Teasdale

(Missouri 1884 – 1933)