Αϕαία _ di colei che svanisce

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Una breve anticipazione dei versi che conpongono la mia ultima Silloge
“Αϕαία di colei che svanisce” – finalista al Premio Lorenzo Montano 2019.

 

20190825_155321

 

ci rivolgevamo   agli alberi    quando
le ossa perdevano   il sostegno della   tenerezza
mulinelli d’acqua sorgiva
si annidavano   nel midollo spinale
la   massa scheletrica appariva   fluorescente
con piccoli   coni di luce   che
stillavano   dai pori cutanei
eravamo pura meraviglia e   non
somigliavamo   a nulla
ci coglieva lo stupore   quando
potevamo sfiorarci    ed emettevamo
leggeri   suoni   bluastri
dal vago sapore di felci
il verde   non era ancora stato   codificato
vagavamo   tra il giallo sole e   il blu acqua

    non era necessario mangiare carne
    ci bastava seguire l’infiorescenza stagionale
    non era per questo che preparavamo gli utensili

 

μήτηρ       chissà
se    gli uccelli la sera    si addormentano
con il timore che    il sole    torni e
se il chiarore della luna    li conforta 
o li fa tremare con    la sua mutevolezza
le notti di buio denso   quale palpito
pregano    che l’immutabile    custodisca
il segreto    di tutte le cose
e non si provochi   il grande stupore

è stato facile per   chi veniva dalle steppe   e non
pronunciava ma   usava versi e   gesti irrituali
ci hanno ricoperte   di pelli di capra
nutrite con   il sangue del sacrificato
e noi ne abbiamo   stabilito   la natura di tuoi nemici
e abbiamo cominciato a temerli   a venerarli

    e le dee iniziarono a svanire

 

testo e foto di © sofia demetrula rosati

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