Non è sempre facile sopportare la poesia, può portare l’essere umano in direzioni inattese. Mi hanno donato le ali, ma dov’è l’aria per volare? [….] Ormai ha da tempo dimenticato la presenza di Jens, pochi versi di Jonas e il ragazzo è sparito nelle parole, non si cura più della tempesta, recita i versi a voce alta per se stesso, li recita come una formula magica che gli permette di intravedere altri mondi. Nulla mi è delizia, tranne te. La poesia uccide, ti dona ali, le agiti un po’ e ti accorgi di avere catene. Ti apre mondi nuovi, e poi ti riporta brutalmente indietro, nella tormenta, nello squallore quotidiano. Che senza l’amor mio la vita è morte; per qualche motivo il ragazzo sente il bisogno di ripetere l’ultima strofa, e allora Jens si alza, senza l’amor mio la vita è morte, si alza e si precipita fuori, verso la tempesta, o meglio, dentro la tempesta, e sparisce. Allora il ragazzo si strappa dal potere della poesia e si affretta a seguirlo per non perdersi.
da La tristezza degli angeli di Jón Kalman Stefánsson
https://storify.com/comemusica/luce-d-estate-ed-e-subito-notte-stefansson
L’ha ribloggato su Piccole Parolee ha commentato:
Ci sono autori sconosciuti che incrociano il tuo cammino ed è folgorazione. Un po’ come amore a prima vita. Ci sono prose che sono così intrise di poesia da lasciare senza parole. E allora ti ritrovi in un’altra dimensione, sospesa, a farti avvolgere da quelle parole come può fare l’acqua del mare quando ci si immerge in essa.
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Splendida! Grazie per averla condivisa con me!
Faccio il Reblog 🙂
Un abbraccio,
Paola
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Grazie a te Paola!!!
Vengo subito a curiosare nel tuo blog 🙂
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!!!
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